Questa famigerata pandemia da Covid-19 ci sta affliggendo ormai da nove mesi, cioè da febbraio scorso, ma porta con sé ancora molti interrogativi che neanche i celebri virologi televisivi sono mai riusciti a risolvere. E se non sono d’accordo tra di loro gli “addetti ai lavori”, come possono esserlo i comuni cittadini, terrorizzati da questo clima di ansia e angoscia che va avanti ormai da quasi un anno? Nel prestar fede a questo o quello dei cosiddetti scienziati, tutti noi abbiamo commesso errori e prestato fede a cose non vere, ma anche il governo ha fatto la stessa cosa, mostrandosi del tutto incapace di affrontare la situazione se non imponendo sempre più pressanti restrizioni alla libertà dei cittadini e danneggiando in modo gravissimo tante categorie di lavoratori.
Da parte mia confesso di essermi sbagliato ad essere stato troppo ottimista ed a pensare che l’epidemia fosse finita con l’estate: prestando fede a chi diceva che il virus era “clinicamente morto” e fidandomi di chi tentava di tranquillizzarci, non credevo alla possibilità di una seconda ondata della pandemia, che invece si è puntualmente verificata ed è stata più grave della prima. Ho sbagliato, ma l’ho fatto in buona fede, e sinceramente credo anche nella buona fede di coloro che cercavano di vedere le cose in modo ottimistico, perché effettivamente a primavera gli ospedali si erano svuotati e i decessi per Covid-19 erano ridotti quasi a zero, e c’era quindi spazio per alimentare speranze che poi purtroppo si sono rivelate fallaci.
Comunque, al di là delle opinioni personali giuste o sbagliate, rimangono ancora molte incertezze su questa pandemia e sui suoi effetti, prova del fatto che il virus è ancora in larga parte sconosciuto anche al mondo della scienza e della ricerca. Faccio qui qualche esempio. Tutti dicono che il primo lockdown, durato oltre due mesi, ci ha salvato da una situazione molto peggiore; ma se così fosse, allora, una volta finito il lockdown, i contagi avrebbero dovuto risalire subito e vertiginosamente, il che non è avvenuto, perché da maggio a settembre la situazione è stata abbastanza tranquilla. Alcuni sedicenti “esperti” dissero che con le riaperture di maggio, a giugno avremmo avuto di nuovo migliaia di persone in terapia intensiva (si parlò addirittura di 150.000), il che non è avvenuto affatto e non avviene neanche adesso in cui il numero dei contagi è effettivamente molto aumentato. Si dà la colpa alle rilassatezze dell’estate se c’è una recrudescenza della malattia, ma ormai l’estate è passata da tempo e quindi, con le misure adottate fin dal 16 agosto (la chiusura delle discoteche) la situazione avrebbe dovuto migliorare. E invece è accaduto il contrario, con i contagi che superano ormai i 30.000 giornalieri.
Che voglio dire con cio? Che questa epidemia ha caratteristiche ancora sconosciute e che quindi ogni misura adottata per affrontarla potrebbe essere inefficace. Purtroppo il nostro governo ha agito male, in tutti i sensi, e non si è rivelato in grado di controllare la situazione, commettendo errori a non finire: prima è stato troppo duro, imponendo un lockdown criminale in tutta Italia e togliendo alle persone persino la libertà di fare una passeggiata in solitaria (cosa stupida e assurda perché l’Italia non è solo Roma e Milano, esistono tanti centri di campagna e montagna dove si sarebbe potuto uscire tranquillamente senza contagiare nessuno!), e poi ha fatto il contrario, aprendo tutto d’estate e consentendo di fatto a tutti di fare ciò che volevano. Se veramente c’era il pericolo di una seconda ondata, come molti andavano dicendo (e a cui io, colpevolmente, non ho creduto) allora si sarebbero dovuti prendere anche d’estate alcuni provvedimenti cautelativi, come ad esempio impedire i viaggi all’estero per le vacanze (visto che l’Italia è un paese stupendo non c’è alcun bisogno per distrarsi di uscire dai confini nazionali) e tenere chiusi luoghi di maggior affollamento (v. le discoteche) e le frontiere nazionali, evitando l’invasione degli immigrati, che è continuata senza freni e continua anche adesso. Chi arrivava dall’estero avrebbe dovuto essere rigorosamente controllato e messo in quarantena, cosa che non è avvenuta, giacché io so per esperienza personale che negli aeroporti non c’era alcuna reale sorveglianza e controllo effettivo della situazione sanitaria.
Ma anche adesso il governo continua a mostrare con chiara evidenza la sua incapacità: ricorre ancora una volta al lockdown (come avviene nelle cosiddette “regioni rosse”, ma con il rischio che si estenda a tutta Italia) togliendo ai cittadini libertà fondamentali e danneggiando gravemente il lavoro e la produzione, tanto che alla fine sarà difficile individuare che cosa ha provocato più danni, se il virus o il disastro economico. Certo, chiudere tutto è più facile che cercare soluzioni alternative, ma così il paese va in rovina e chi non muore di virus morirà di fame. Se non sanno come agire, vista la loro manifesta incapacità, si uniformino a quanto accade negli altri paesi europei, dove le restrizioni ci sono ma non sono assolute come da noi, visto che la produzione continua e le scuole restano aperte. La scuola è la formazione dei futuri cittadini e deve restare in presenza, senza questa farsa ridicola della “didattica a distanza”, che non serve a nulla, produce verifiche del tutto inattendibili e garantisce la promozione a tutti incentivando l’abbandono e il disimpegno. Una volta dimostrato che il problema dei contagi non è la scuola ma i mezzi di trasporto, il governo avrebbe dovuto intervenire su quelli, visto che ha avuto sei mesi di tempo. Ma non l’ha fatto, e ora dà la colpa ai cittadini dei contagi, mentre gran parte della responsabilità sta nell’incompetenza di chi si è improvvisato statista senza neanche avere della politica la benché minima conoscenza.