Ucraina e Palestina: dove sta la verità?

Mi rimane sempre più difficile parlare di politica, sia qui che sulla mia pagina Facebook, soprattutto perché le mie idee non sono condivise da molti; anzi, a dire apertamente ciò che si pensa, si rischia di suscitare malumori, di perdere amicizie, di ricevere insulti e via dicendo. Perciò è tanto tempo che me ne sto zitto e preferisco non commentare ciò che avviene nel nostro Paese e nel mondo. Adesso però sento la necessità di esprimermi sui riflessi che hanno sulla nostra politica ufficiale i due conflitti di cui più si parla in questo periodo: quello in Ucraina e quello in Palestina.

Sul primo continuo a non approvare la politica dei nostri governi, sia quello di Draghi che l’attuale della Meloni. Ciò che mi dà più fastidio è questa acquiescenza servile alle posizioni americane ed europee, cioè l’essersi schierati apertamente con Zelenski al punto di continuare a inviargli armi per proseguire all’infinito questa guerra, perché nessun altro esito produce il riarmo di un paese se non quello di allungare indefinitamente i conflitti e le vittime che questi provocano. Non trovo affatto giustificato questo impegno in base al pretesto, abbracciato anche dalla Meloni, secondo cui aiutare l’Ucraina significa anche garantire la nostra sicurezza. A parte il fatto che anche la Russia ha le sue ragioni a causa dei maltrattamenti perpetrati dal signor Zelenski contro le popolazioni russofone del Donbass per ben otto anni, ma poi dov’è scritto che Putin, dopo l’Ucraina, attaccherebbe i paesi Nato o l’Europa nel suo insieme? Non credo che gli converrebbe commettere uno sproposito del genere, e non vedo perché temere una cosa simile. Fanno il confronto con Hitler e l’invasione della Cecoslovacchia, di fatto permessa dalla debolezza delle potenze occidentali di allora; ma il 2024 non è il 1938, il mondo è completamente cambiato, non credo che giovi a nessuno, neanche a Putin, scatenare una guerra nucleare. Io credo invece che la posizione del nostro governo derivi da una annosa sottomissione che l’Italia ha nei confronti degli USA, i quali, per averci liberato nel 1945, evidentemente pensano ancora di essere i nostri padroni. E la stessa cosa vale per i burocrati e i finanzieri di Bruxelles, che ormai dominano il mondo, almeno coloro che non hanno la dignità di rivendicare l’autonomia decisionale del proprio paese. E l’Italia si sta vergognosamente piegando agli USA e all’Europa, quando invece, se non ricordo male, il partito della Meloni e quello di Salvini, quando erano all’opposizione, si definivano “patrioti”, e proclamavano che bisognava liberarsi dal giogo dell’Europa. Arrivati al governo, hanno fatto esattamente il contrario, provocando rabbia e delusione proprio in coloro che li hanno votati.

Sul secondo conflitto, quello della Palestina, io resto sconvolto dalle numerose manifestazioni a favore dei Palestinesi che si sono viste in Italia e nel mondo e che hanno dato luogo a fatti spiacevoli come quelli accaduti a Firenze e Pisa. Non entro nel merito e non dico come la penso sugli scontri tra polizia e manifestanti; dico però che non comprendo in generale queste manifestazioni, dietro le quali si celano ancora i residui di un antisemitismo che non è mai tramontato del tutto. A proposito faccio alcune osservazioni: 1) chi organizza o partecipa a queste manifestazioni pro-palestinesi, è sicuro di conoscere abbastanza la situazione storica, geografica e sociale del Medio Oriente al punto tale da poter prendere una posizione così netta e precisa? 2) Si accusa Israele di genocidio e simili. Sarà anche vero, ma chi è stato a scatenare la macchina bellica israeliana? L’attacco ignobile e vigliacco di Hamas del 7 ottobre, dove si sono visti orrori e atrocità di ogni genere. Questo evento è forse da giustificare o da ignorare? Chi per primo provoca o fa violenza è quello che ha il torto e deve aspettarsi la reazione dell’aggredito. 3) le manifestazioni, se pur si vogliono fare e si crede che servano a qualcosa (quando in realtà non servono a nulla) dovrebbero essere organizzate contro i macellai di Hamas, non contro Israele. Cosa si aspettavano i terroristi, che lo stato ebraico avrebbe sopportato tutto senza reagire? In realtà sapevano bene che la reazione ci sarebbe stata, anzi hanno fatto quell’attacco apposta per provocarla e poter così isolare Israele e mettergli il mondo contro. Loro, i terroristi di Hamas, non amano affatto il popolo palestinese, non importa loro nulla dei morti nella striscia di Gaza; anzi, dico senza mezzi termini che secondo me sono loro gli assassini del proprio popolo. Questo è il mio pensiero, che esprimo pur sapendo che la maggioranza di chi leggerà non sarà d’accordo con me. Ma io so di avere una visione del mondo diversa e contraria da quella della maggioranza delle persone, e sinceramente ammetto che non mi angustio per questo, anzi ne vado orgoglioso.

9 commenti

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9 risposte a “Ucraina e Palestina: dove sta la verità?

  1. Anonimo

    Caro prof. Rossi, ha scritto cose sensate che condivido in pieno, e credo che non pochi la pensino come noi.

  2. Anonimo

    Buongiorno Massimo,
    dopo lungo tempo torno ad esprimere il mio pensiero in questo blog. Essendo in significativo dissenso con quello che molte volte hai scritto e conservando comunque intatta la stima per il tuo spessore culturale, troppe sono le cose che molte volte avrei voluto dire in passato e troppo poco sarebbe stato comunque lo spazio per esprimerle adeguatamente. Su questo argomento voglio comunque esporti la mia modesta opinione, nella speranza che possa aprire la strada a nuove riflessioni. Hamas ha preso in ostaggio il popolo palestinese accampando come pretesto la giusta rivendicazione di uno Stato Palestinese ufficialmente riconosciuto dalla comunità internazionale. Lavoriamo per la creazione e il consolidamento di questo Stato e saranno i palestinesi stessi a liberarsi di Hamas.
    Un caro saluto,
    Francesco Di Giovanni

    • Può ben darsi che Hamas e tutti coloro che rivendicano la costituzione di uno stato palestinese abbiano ragione, ma i metodi infami e terroristici usati il 7 ottobre non trovano alcuna giustificazione, e Israele ha tutto il diritto di difendersi e di esistere come stato autonomo e indipendente.

  3. Anonimo

    Buonasera. Condivido in pieno i commenti sul conflitto israeliano palestinese ( hamas). Non sono invece d accordo per quanto riguarda la situazione in Ucraina.

  4. Anonimo

    Continui a esprimere le due opinioni, condivido pienamente e mi spiace vedere che in questo momento nel nostro paese nessuno dei politici si esprima in questo modo, non c’è coerenza e libertà.

    • Ha visto cos’è successo al generale Vannacci? Per aver espresso le sue opinioni e detto ciò che pensa l’80% degli italiani, è stato sospeso dal servizio e denunciato. Questa è la democrazia in Italia, quella dei postcomunisti e dei 5 stelle. A me non denunciano perché non conto nulla, sono uno dei tanti con un misero blog letto da pochissime persone. Se diventassi famoso mi metterebbero subito a tacere. La dittatura del “politicamente corretto” non perdona.

      • Anonimo

        Ciò che pensa l’80% degli italiani? Certo, se vive nella sua bolla…
        Parlando con colleghi e amici di destra e sinistra, giovani (soprattutto, e meno male) e vecchi, non ho trovato nessuno che abbia condiviso le sue parole. Sui social anche si può notare quanto sia poco difeso. Ed anche partiti come FI e FDI ne hanno preso le distanze, capendo bene quanto sia problematico quanto da lui detto. Bene ha fatto il Ministero della Difesa ad intervenire: significa che in Italia qualcosa pur sempre funziona bene e ha senso del decoro.

      • Sospetto che lei sia l’autore anche di un altro messaggio arrivatomi quasi contemporaneamente a questo, che non pubblico perché offensivo. Rispondo a questo. Le persone che conosco io, a differenza di quanto dice lei, approvano ciò che ha scritto il generale Vannacci, che ha parlato senza una grande cutura ma con molto buon senso, e detto cose giustissime. E’ la deriva libertaria e distruttiva dei nostri tempi che lo fa apparire per quello che non è. Il problema è che il pensiero unico del “politicamente corretto” ha instaurato una vera e propria dittatura che emargina e colpisce con tutti i mezzi, anche con l’ausilio di una magistratura corrotta, chi esprime idee diverse. Questa non è democrazia, è regime, lo stesso diritto di parola sancito dall’art.21 della Costituzione è aggirato e sbeffeggiato. A questo purtroppo aderiscono ormai anche i partiti cosiddetti “di destra”, che di destra hanno poco o nulla, tanto che molti elettori di FI hanno deciso di non votare più alle prossime elezioni. Inaudita è la posizione del ministro Crosetto, più degna di una sinistra velleitaria e oppressiva che di una destra che non esiste più.

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